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Ultimo e-book pubblicato:

"INTRODUZIONE AI CSS"

Lo scopo del CSS language è quello di controllare lo stile dei vari elementi che concorrono a formare un
documento HTML.
Si può operare in tre modi collegamento ad un foglio di stile esterno;definizione degli stili all'inizio
del documento utilizzo della proprietà style all'interno di un Tag HTML (embedded style). Questo e-book introduttivo
servirà per apprendere tali nozioni fondametali dei fogli di stile.

Prezzo: € 0.0.
Presentazione:
REAL SOFTWARE RILASCIA LA VERSIONE 5.0 di REALbasic per Windows






Gorizia, 5 maggio 2003 - Active, distributore in esclusiva di REALSoftware, Austin, Tx, annuncia la disponibilità di REALbasic 5.0 per Windows, uno strumento per lo sviluppo semplice da usare che permette agli utenti Windows di tutti i livelli di creare applicazioni personalizzate e di compilarle sia per la piattaforma Windows che per quella Macintosh.
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Lezioni di Database (a cura di Paolo Malesci): introduzione e cenni storici

Questa lezione, consultata da 20735 utenti, è stata giudicata di ottimi contenuti , con un'esposizione perfettamente comprensibile e con un livello di approfondimento ottimo da 139 votanti.


Che cos'è un database

Un Database è un insieme organizzato di dati: deve essere quindi visto come costituito da due entità distinte, i dati e le regole di accesso.
Da un punto di vista puramente teorico i singoli record che compongono i dati potrebbero avere una struttura libera, ma nella pratica (bisogna poi riuscire a costruire il Motore del Database, ovvero un'applicazione in grado di implementare le Regole e fornire una interfaccia tra il Database e l'Utente) la struttura dei record è o uguale per tutti o di alcuni tipi fissati. In quest'ultimo caso avremo un certo numero di sotto-insiemi di records con struttura omogenea, che potremmo anche considerare come un certo numero di files distinti.
Le regole di accesso possono essere di qualsiasi tipo: il loro scopo è quello di permettere l'inserimento di informazioni ed il loro successivo reperimento.
Un semplice file sequenziale non può quindi essere mai visto come un Database, poiché l'unica regola possibile per ritrovare un record è leggerli tutti dal primo fino a quello cercato (magari l'ultimo).
Un passo avanti è il file ad accesso diretto (Random): in questo caso possiamo accedere direttamente al record x° e quindi basterà avere un metodo per sapere che posizione occupa il record cercato per averlo immediatamente disponibile.
Non converrà ovviamente complicarsi la vita con i Database se abbiamo a che fare con numeri di records così piccoli da rendere ininfluente per l'Applicazione il tempo necessario per leggerli tutti.
Attenzione perché ininfluente è un concetto relativo: 10 secondi sono ininfluenti se per ogni dato devo eseguire una elaborazione complessissima della durata di qualche minuto, ma 100ms sono una esagerazione se il dato mi serve per una elaborazione in tempo reale.

I Files ISAM (Indexed Sequential Access Method)

Storicamente è stato il primo Database ad essere realizzato sui "Mainframes", ovvero i grandi (per l'epoca) elaboratori che erano centrali perché erano anche gli unici che esistevano nell'ambito commerciale, escludendo quindi gli elaboratori per uso scientifico (dove esistevano anche macchine più piccole) e quelli realizzati per un uso specifico (controllo di macchine o impianti).
L'idea di base era: organizziamo i nostri dati ordinati sequenzialmente secondo l'argomento della ricerca (la Chiave) e poi creiamo degli insiemi di dati ausiliari contenenti soltanto la chiave e la posizione (gli Indici).
Oltretutto non c'è bisogno di tanti records negli indici quanti sono i records dei dati perché quando si legge il disco si legge per forza un settore intero (così era in quei tempi lontani) che contiene più records (diciamo una ventina); quindi in poco tempo leggiamo l'Indice, troviamo la chiave e la posizione del blocco di dati, lo leggiamo e vediamo se il record con quella chiave c'è o non c'è.

Qualcuno di voi potrebbe aggiungere "e poi, visto che l'indice è piccolo, lo leggo una volta sola e lo metto in memoria, così non perdo tempo tutte le volte" ma bisogna sapere che una volta la memoria degli elaboratori si misurava in Kb, non in Mb come siete abituati ora: un programma che occupava 64Kb era considerato molto grosso!
Se i dati erano molti si ricorreva quindi ad una struttura gerarchica degli Indici: i dati erano suddivisi in grossi blocchi, ciascuno preceduto dal proprio indice, ed esisteva un Master Index che puntava ai vari blocchi.
Questa struttura presentava inoltre un vantaggio: una certa percentuale di ogni blocco veniva lasciata libera ed utilizzata per l'inserimento di nuovi records con chiavi appartenenti a quel blocco che erano sì senza ordinamento, ma in modo abbastanza relativo; quando cominciavano ad essere troppi bastava riorganizzare solo i blocchi interessati e non l'intero database (operazione che richiedeva in genere alcune ore).
Esisteva anche un'area di overflow generale per l'inserimento di records il cui blocco di destinazione si era già riempito e la quantità di records in quest'area andava tenuta sotto controllo (ovvio degrado delle prestazioni) per decidere se era il momento di riorganizzare il Database.
L'evoluzione tecnologica (e quindi l'aumento della memoria) permise via via miglioramenti dell'efficienza come il Master Index in memoria e tempi minori per riorganizzare i blocchi, facendo abbandonare quindi il file ISAM e la sua successiva evoluzione (VSAM=Virtual Storage Access Method) solo in tempi abbastanza recenti con l'introduzione dei Database relazionali.


Le prime applicazioni su Personal Computer (ambiente DOS)

Nel frattempo erano nati i primi Personal Computer; dopo pochi anni di vita cominciarono ad avere l'Hard Disk e quindi la possibilità di archiviare i dati e sviluppare applicazioni gestionali.
Quasi a metà degli anni 80 nacque il primo prodotto di Database per PC ad opera della Ashon-Tate, il dBase: agli inizi girava solo in interprete (esisteva anche un prodotto di run-time, ma ebbe scarsa rilevanza), ma a partire dalla versione dBaseIII la Nantucket mise sul mercato un compilatore per i programmi dBIII in grado di generare degli eseguibili indipendenti: il Clipper.
Nello stesso periodo nacque anche il Database della Fox.
I linguaggi di programmazione e le caratteristiche dei due prodotti erano abbastanza simili, tanto che il linguaggio supportato dal compilatore Clipper (che era più esteso) permetteva di gestire i Db di entrambe le case.
Il successo del prodotto fu notevole (versioni 1986 e 1987), al punto che praticamente tutte le applicazioni di gestione dati erano in compilato Clipper con database in dBIII (o il successivo dBIV).
Inoltre essendo il Clipper scritto in C era anche possibile implementare nuove funzioni scrivendole in C e creando con esse una nuova Libreria da passare al programma di Link all'atto della creazione del file .EXE.
Di particolare importanza furono le librerie prodotte da alcune case per la gestione della Grafica in quanto Clipper usava esclusivamente lo schermo in modalità Testo (25 righe di 80 colonne), mentre con la nascita della prima VGA IBM era possibile lavorare a 640x480 in 16 colori, rendendo così possibile realizzare rappresentazioni grafiche (in genere diagrammi) di qualità soddisfacente.


Approfondimenti

» "Database Tutorial" di Arthur Chaparyan
» "Tutorial: Database controls" di Gary Beene
» Catalog of free database systems
» "Introducing the database" (.PDF)