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Il protocollo TCP/IP, e la trasmissione dati su Internet - Le reti - seconda parte (a cura di Fabio Ruini)

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Le schede di rete (NIC)

Conosciute anche come NIU (Network Interface Units), le NIC (Network Interface Cards) sono schede a circuiti stampati che forniscono l’accesso fisico dal nodo al mezzo trasmissivo della LAN.
La NIC esegue la frammentazione della trasmissione dati e la formattazione dei pacchetti di dati con l’intestazione e la coda opportune.
Una NIC, conforme allo standard IEEE, contiene un indirizzo logico univoco (MAC address), codificato nell’hardware, che antepone all’intestazione di ciascun pacchetto dati.
La NIC dispone in genere di una certa quantità di memoria buffer che le consente di assorbire alcuni bit trasmessi dal dispositivo associato, costituire i pacchetti e mantenerli fino a che la rete non sia disponibile.
Nell’ambito del modello di riferimento OSI (che sarà illustrato nel dettaglio nel capitolo 3), le NIC operano a livello dei due strati più bassi (fisico e collegamento dati) e possono contenere un microprocessore in grado di svolgere alcune banali funzioni di elaborazione, diminuendo il carico di lavoro del dispositivo collegato (solitamente un PC).
La NIC può essere inserita in uno slot di espansione del PC, oppure in un contenitore separato.
In configurazione autonoma essa può gestire più dispositivi, realizzando un ulteriore controllo della contesa del mezzo trasmissivo.
I transceiver, integrati nelle NIC/NIU e nei MAU, vengono inseriti nelle LAN per ricevere un segnale di trasporto e trasmetterlo lungo il percorso assegnatogli. I MAU (Media Access Units o Multistation Access Units) sono dispositivi autonomi contenenti le NIC, che supportano uno o più nodi.


Il cablaggio di una LAN

Nell’implementazione di una rete locale, assume importanza fondamentale il tipo di cablaggio da utilizzare. I cavi di rete si suddividono fondamentalmente in quattro categorie:
• cavi coassiali
• cavi twisted-pairs
• cavi USB
• cavi in fibre ottiche
Ogni tipo di cavo, possiede caratteristiche ben precise: lunghezza massima del singolo segmento, impedenza, numero massimo di host collegabili al singolo segmento e molte altre.

Cavi coassiali

I cavi coassiali si dividono sostanzialmente in due tipi diversi:
• i cavi coassiali “thin ethernet” (denominati più comunemente “thinnet”);
• i cavi coassiali “thick ethernet” (denominati più comunemente “thicknet)”.
Entrambi i tipi di cavo garantiscono un’ampiezza di banda di circa 10 Mbit/sec.

Thin Ethernet (10base-2)

Si tratta del cavo di rete in assoluto più utilizzato.
Un singolo segmento può essere lungo fino a 185 metri e vi possono essere collegati fino a 30 host.
Mediante l’utilizzo di un ripetitore di segnale, è possibile collegare tra loro fino a 5 segmenti da 185 metri l’uno, raggiungendo la ragguardevole cifra di 925 metri.
I segmenti utilizzabili per collegare gli host, sono però al massimo 3. I professionisti, infatti, dicono che il thinnet deve rispettare la regola del 5-4-3: al massimo 5 segmenti, con 4 ripetitori e 3 segmenti utili per mettere in rete le macchine. L’impedenza del cavo thinnet (o coassiale sottile) è di 50 ohm.
La topologia di rete in cui questo cavo viene utilizzato è quella di una rete a bus (vedi paragrafo 2.1.1).
Tra i suoi pregi vi sono un prezzo veramente concorrenziale (circa 1000 lire al metro) ed il suo limitato spessore, che ne permette una facile collocazione anche in spazi ristretti.
Si tratta però di un cavo molto delicato soprattutto in considerazione della topologia di rete in cui è utilizzato. In una rete a bus, infatti, è sufficiente che un cavo si danneggi, affinché tutti gli host rimangano completamente isolati.



Thin Ethernet (10base-5)

Parente stretto del thinnet, il thicknet è caratterizzato da un maggiore spessore, che migliora la distanza massima del singolo segmento (circa 500 metri) ed il numero di host ad esso collegabili (circa 100).
L’impedenza del cavo thicknet è di 75 ohm ed anche in questo caso la topologia di rete nel quale viene utilizzato è quella di una rete a bus.
E’ un cavo decisamente più costoso rispetto al “cugino” ed il suo spessore lo rende molto difficile da posare.
Tra gli aspetti negativi, non bisogna trascurare il fatto che non è possibile fare delle “aggiunte” al cavo, che deve necessariamente essere un pezzo unico.


Cavi twisted-pairs (10Base-T)

Si tratta di quello che in Italia é generalmente chiamato col nome di “doppino”. Così come per i cavi coassiali, anche i cavi twisted-pairs sono suddivisi in due diverse categorie:
• i cavi twisted-pairs STP (Shielded Twisted-Pairs);
• I cavi twisted-pairs UTP (Unshielded Twisted-Pairs)
Entrambi i tipi di cavo sono formati da 8 fili, intrecciati tra di loro in modo da formare 4 coppie.
L’ampiezza di banda garantita da un rete di cavi twisted-pairs può arrivare fino a 100Mbps.
La topologia di rete a cui questi cavi sono applicati è solitamente quella della rete a stella, in quanto possono essere soltanto due gli host collegati al singolo segmento.


Unshielded Twisted-Pairs (UTP)

Il cavo UTP si differenzia dall’STP esclusivamente per il fatto di non essere schermato. Può essere di cinque categorie differenti:
• Categoria 1: usata nei tradizionali cavi telefonici. Trasporta solo il traffico vocale e non i dati;
• Categoria 2: approvato per trasmissioni di dati fino a 4Mbps (le prime token ring);
• Categoria 3: approvato per trasmissioni di dati fino a 10Mbps (ethernet);
• Categoria 4: approvato per trasmissioni di dati fino a 16 Mbps (token ring);
• Categoria 5: approvato per trasmissioni di dati fino a 100Mbps (fast ethernet).
A seconda del tipo di cablaggio implementato, servono connettori diversi per interfacciare i segmenti di cavo con le schede di rete. I connettori RJ45 si accompagnano spesso al cablaggio UTP.
Essi assomigliano molto ai connettori telefonici, ma rispetto a questi sono di dimensioni doppie.

Non essendo schermato, il cavo UTP non raggiunge grandi distanze: tra stazione ed hub, infatti, difficilmente possono esserci più di 100 metri di distanza.

Shielded Twisted-Pairs (STP)

Il cavo STP, così come l’UTP, presenta una impedenza di 100 ohm.

Trattandosi di un cavo schermato, la distanza raggiungibile dal segnale sul singolo segmento è circa doppia rispetto all’UTP e raggiunge i 200 metri.
Importanza fondamentale nel costruire un cavo STP sta nel intrecciare il più possibile le quattro coppie di fili presenti al suo interno. In questo modo si riesce ad attenuare il più possibile il fenomeno elettromagnetico denominato cross-talk.


Cavi USB

L'USB, da poco diventato uno standard per le schede madri, fornisce una larghezza di banda di 12 Mbps (megabits-per-second) con un massimo di 63 periferiche e una distanza massima del segnale di cinque metri per segmento.
Si tratta dunque di un tipo di collegamento di rete poco pratico, in quanto il segnale decade in uno spazio veramente molto ridotto.
L’USB si conferma dunque un ottimo sistema (soprattutto se alimentato dall’esterno) per collegare periferiche come mouse, stampanti, scanner, ecc...
Per creare reti di PC, invece, è meglio orientarsi su altri tipi di cavi.

Cavi in fibre ottiche

A differenza dei cavi visti in precedenza, quelli costituiti in fibre ottiche non trasmettono impulsi elettrici, ma bensì impulsi luminosi.
Questa tecnica permette di raggiungere grandi distanze senza che il segnale decada, con una velocità prossima a quella della luce.
Il principio di funzionamento dei cavi in fibre ottiche è concettualmente semplice. Il trasmettitore converte gli impulsi elettrici da spedire in segnali luminosi.
Questi fasci di luce vengono immessi nel cavo, da dove (sfruttando i fenomeni fisici della rifrazione e della riflessione) viaggiano verso il destinatario.
Una volta raggiunto l’host destinatario, una serie di fotocellule raccolgono l’impulso e lo riconvertono in una grandezza elettrica pronta per essere elaborata dal PC.
A causa del costo ancora proibitivo, attualmente i cavi in fibre ottiche non vengono utilizzati per la cablatura di reti locali.
Tuttavia, molte dorsali di reti estese sfruttano già ora questa tecnologia.

 

 

 

Fabio Ruini scrive al sito
http://members.xoom.virgilio.it/tcp_ip/